Cos'è?
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Come si trasmette?
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona
CENTRO MISTRA
Centro
Multidisciplinare
Infezioni Sessualmente Trasmesse
SEXUAL HEALTH
Sifilide
Cos'è?
La sifilide è un'infezione sostenuta da un batterio Gram negativo appartenente alla famiglia delle spirochete, il Treponema pallidum.
Quest'infezione è diffusa in tutto il mondo ed è conosciuta anche come infezione luetica, mal francese o morbo gallico.
Come si trasmette?
La sifilide si acquisisce attraverso rapporti sessuali con persone affette da tale infezione. Per “rapporto sessuale” si intende qualsiasi contatto sessuale, sia esso orale, vaginale e/o anale. L’acquisizione avviene attraverso il contatto tra la mucosa orale/genitale/anale di un partner ed il sifiloma presente sull’altro/a partner (che ha la sifilide).
Più raramente la sifilide si trasmette per via verticale, ossia per passaggio placentare o intra-partum dalla mamma infetta al feto, con gravi conseguenze sull'esito della granvidanza e sulla salute del neonato.
Quali sono i sintomi?
La sifilide è una malattia che si sviluppa in fasi, ognuna con caratteristiche peculiari. È possibile che non ci si accorga dei segni/sintomi tipici di ciascuna fase e, pertanto, l’unico modo per avere la certezza di non avere tale infezione è quello di fare il test.
Sifilide primaria
È caratterizzata dalla presenza del “sifiloma”, cioè di un'ulcera (più raramente possono essere 2-3 vicine) non dolente con bordi rilevati che compare nel punto esatto in cui è stata acquisita l’infezione (mediamente 3 settimane prima). Concomita spesso una linfoadenopatia satellite (ingrossamento dei linfonodi vicini al sifiloma).
In relazione al tipo di rapporto sessuale, il sifiloma può comparire in sede orale, genitale e/o ano-rettale. Dal momento che non fa male, nei casi in cui questa lesione compaia in sedi “nascoste” è facile non rendersi conto della sua presenza. Dopo 3-6 settimane il sifiloma guarisce spontaneamente senza lasciare cicatrici.
Se non viene trattata però, la malattia passa, dopo qualche mese, allo stadio successivo.
Sifilide secondaria
In questa fase solitamente compaiono delle macchie su tutto il corpo o su alcune sue parti (compreso il palmo delle mani e la pianta dei piedi). Solitamente queste macchie sono di colore rosso/violaceo o marrone, non prudono nè fanno male. Oltre alle macchie potrebbe essere presente anche febbre, mal di gola, mal di testa, dolore muscolare e perdita di peli (es: ciglia, sopracciglia) e capelli. Altre lesioni tipiche di questa fase sono delle lesioni piatte simil-verrucose (condyloma lata), indolori, nelle aree calde e umide dell'organismo (es: cavo orale, genitali, perineo). Anche in questo caso, dopo qualche settimana-mese, le lesioni ed i sintomi scompaiono spontaneamente.
L'infezione tuttavia resta e può evolvere nella fase successiva.
Sifilide terziaria
Nonostante sia al giorno d'oggi piuttosto rara, le sue manifestazioni sono gravi per possibile coinvolgimento del sistema cardiovascolare (aortite, aneurismi dell'aorta e di altri grossi vasi) e/o per la comparsa di gomme luetiche (granulomi che più spesso coinvolgono la cute, i muscoli e le ossa). In questo stadio possono comparire le manifestazioni tardive del coinvolgimento del sistema nervoso centrale (difficoltà motorie, paralisi, perdita della sensibilità, cecità, demenza, psicosi).
Sifilide latente
In questa fase, che solitamente dura qualche settimana-mese tra la forma primaria e secondaria ed anni-decenni tra la secondaria e la terziaria, l’infezione non dà in alcun modo segno di sé e, pur essendo presente nella persona infetta, non può essere trasmessa ai/alle partner sessuali. Anche la probabilità di trasmissione materno-infantile è ridotta, sebbene non azzerata.
Anche durante le fasi di latenza i test treponemici per sifilide risultano positivi e consentono la somministrazione della terapia specifica.
Neurosifilide
L'interessamento del sistema nervoso centrale (SNC) può avvenire in qualsiasi fase dell'infezione da Treponema pallidum e può decorrere in modo completamente asintomatico o manifestarsi sotto forma di meningoencefalite, paralisi dei nervi cranici, coinvolgimento dell'apparato visivo e/o uditivo, ictus.
Qualora in corso di infezione luetica vi sia il sospetto di coinvolgimento del SNC, è necessario rivolgersi ad uno specialista per l'impostazione degli accertamenti del caso.
Diagnosi
I test per la sifilide sono, nella maggior parte dei casi, accertamenti sierologici e, pertanto, richiedono un prelievo di sangue.
E' bene che ogni persona sessualmente attiva effettui un test per la sifilide a cadenza fissa. E' poi utile ripetere il test ogni volta che sono presenti segni/sintomi compatibili con qualsiasi stadio della sifilide o una delle seguenti situazioni:
-
il/la tuo/a partner presenta segni/sintomi compatibili con sifilide;
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uno dei/delle tuoi/tue partner ti comunica di aver ricevuto una diagnosi di sifilide;
-
in corso di gravidanza: il test per sifilide va fatto all’inizio della gravidanza (è infatti parte degli accertamenti del primo trimestre). In seguito, se si hanno rapporti con partner affetti da sifilide o a rischio per tale infezione o se compaiono segni/sintomi compatibili con questa infezione, il test deve essere ripetuto.
Esistono due tipi di test per sifilide:
- Treponemici (FTA-ABS, TPPA, TPHA, CLIA): si esprimono con un risultato qualitativo (Positivo/negativo, reattivo/non reattivo) e, nel caso del TPPA/TPHA, anche con un rapporto di diluizione (1:1 come valore minimo e 1:>5120 fino a 1:>20480 come valore massimo, in relazione al limite di diluizione del laboratorio). Nelle infezioni recenti sono i primi a positivizzarsi e hanno un esito definitivo, quando negativi, a 3 mesi dal rapporto a rischio.
Nelle persone che hanno avuto una diagnosi di infezione luetica, i test treponemici restano positivi (per molti anni/tutta la vita) rappresentando una "cicatrice sierologica" di un pregresso contatto con il Treponema pallidum. Nelle persone che hanno ricevuto un adeguato trattamento ed in cui sono state escluse reinfezioni più recenti, tale positività non è indice di trasmissibilità di infezione luetica nè di persistenza dell'infezione.
- Non-treponemici (VDRL, RPR): il loro valore si esprime con un risultato qualitativo (positivo/negativo, reattivo/non reattivo) e con il rapporto di diluizione (1:1 come valore minimo e 1:128 o 1:256 o valori superiori, in relazione al limite di diluizione del laboratorio). Il valore di diluizione dà indicazioni circa "l'attività" dell'infezione e pertanto risulta maggiore nelle fasi sintomatiche (primaria, secondaria, terziaria) rispetto a quelle di latenza. In queste ultime infatti raramente supera valori di 1:8. Il valore dei test non-treponemici è utile nel monitoraggio della risposta alla terapia in quanto dovrebbe, nei 12 mesi successivi al trattamento, scendere progressivamente fino a negativizzarsi. Una successiva ripositivizzazione sarebbe pertanto indicatrice di un nuovo contatto con il Treponema pallidum e, pertanto, una nuova infezione.
N.B. Dal momento che la determinazione del titolo treponemico e non-treponemico è operatore-dipendente, possono esserci alcune variazioni quando effettuati in laboratori diversi. Per il monitoraggio dunque, in cui risulta fondamentale seguire l'andamento del titolo non-treponemico, è consigliabile effettuare i test sempre nello stesso Centro.
Trattamento
E’ importante trattare precocemente l’infezione, dato che l’infezione può progredire e causare complicazioni se non viene trattata tempestivamente.
La terapia di scelta è rappresentata dalla somministrazione di penicillina per via intramuscolare. Quando la sifilide si manifesta in forma primaria o secondaria o quando si ha un test negativo negli ultimi 12 mesi è sufficiente un'unica somministrazione di 2,4 mUI di penicillina i.m. mentre qualora non vi siano tali condizioni, la somministrazione di 2,4 mUI di penicillina i.m. deve avere cadenza settimanale per 3 settimane consecutive.
La terapia nelle persone allergiche alla penicillina o in coloro con infezione a carico del SNC deve essere valutata da uno specialista.
Si possono avere rapporti se si ha la sifilide?
Si dovrebbe evitare qualsiasi contatto sessuale (anche col preservativo) dal momento che l'infezione da T. pallidum si trasmette per contatto. Attesi i 7 giorni dopo la somministrazione della prima dose di penicillina è possibile riprendere i contatti sessuali. La contagiosità termina infatti dopo la prima somministrazione di penicillina, mentre le dosi successive, qualora necessarie, servono a garantire la guarigione della persona infetta.
Va avvertito il partner?
Sì, è essenziale che il tuo partner attuale e tutti i partner sessuali avuti negli ultimi 3 mesi (sifilide primaria), 6 mesi (sifilide secondaria), vengano sottoposti a screening ed eventualmente a trattamento.
Questo è necessario per evitare di contrarre nuovamente l’infezione (effetto "ping-pong" tra partner), e che si propaghi nella popolazione.